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Domande dal pubblico
In questa sezione potrai trovare le risposte dei relatori alle domande del pubblico dell'Innovation Forum 2023.
Sessione Microbiota

Domanda per il Prof. Amedei
Come è possibile potenziare il sistema immunitario? È utile assumere integratori?
Sicuramente è importante tenere il microbiota in condizioni healthy, eubiotiche. Il microbiota può essere migliorato adottando uno stile di vita sano, quindi con un’alimentazione corretta e attività fisica. Possiamo dire quindi che più che modulare il sistema immunitario, si tratta di modulare il microbiota tenendolo nelle condizioni migliori possibili in modo da avere una buona risposta immunitaria. Ritengo che non sia necessario assumere integratori, la natura ci offre tutto.

Domanda per la Prof.ssa Turroni
Qual è il suo parere in merito ai test che vengono fatti per la tipizzazione del microbiota o dei metaboliti del microbiota come valutazione di una eventuale disbiosi?
Se si vuole indagare la presenza di una disbiosi del microbiota bisogna usare test che si basano sulle attuali tecniche cosiddette di sequenziamento di nuova generazione che permettono di caratterizzare la comunità microbica. Queste tecniche hanno il grosso limite di non riuscire a discriminare tra i microrganismi vivi e quelli morti, questi ultimi anche se morti possono comunque interagire con il sistema immunitario. Un altro aspetto importante da valutare è il database di riferimento: se si vuole sapere se il microbiota è disbiotico è importante che sia messo a confronto con una coorte di controlli sani in modo da limitare i bias e poter identificare veramente i microorganismi associati alla salute e alla malattia. Questi test danno un’idea del microbiota e permettono di capire se in quel momento c’è una potenziale disbiosi, ma è fondamentale affidarsi a esperti che valutino la giusta strategia di intervento.
Sessione IVU

Il vecchio lavaggio vescicale, non più proposto dalle attuali linee guida, può avere significato nella prevenzione delle infezioni?
Nikesh Thiruchelvam: Nel Regno Unito stiamo conducendo uno studio che prevede la randomizzazione dei pazienti con soluzione salina o diversi lavaggi disponibili in commercio. La mia opinione personale è che l'aspetto meccanico del lavaggio abbia un ruolo importante, indipendentemente da ciò che viene inserito. Nel Regno Unito sempre più persone usano la gentamicina e sta lentamente guadagnando interesse ma dobbiamo stare attenti al meccanismo della resistenza.
Michael Kennelly: negli Stati Uniti da un po' di tempo usiamo la gentamicina intravescicale come una sorta di trattamento terapeutico che può essere usato in due modi diversi: per l'infezione acuta (instillazione tre volte al giorno) o per la soppressione (instillazione solo una volta al giorno, tipicamente di notte).

Nei pazienti con lesione midollare è suggerito avviare una terapia antibiotica prima della procedura dell'esame urodinamico?
Nikesh Thiruchelvam: L'incidenza delle infezioni al tratto urinario con il test urodinamico è estremamente bassa. La nostra pratica nel Regno Unito è che non diamo abitualmente antibiotici a nessun paziente che viene a fare l'urodinamica. È importante che il paziente abbia urine chiare; se hanno un'infezione sintomatica del tratto urinario l'urodinamica verrà rimandata perché l'infezione stessa andrà ad alterare quello che si sta cercando nell'urodinamica. Nel Regno Unito i pazienti vedono il proprio medico di famiglia una settimana prima per assicurarsi di avere il test delle urine negativo.
Michael Kennelly: Se i pazienti presentano sintomi la nostra procedura prevede un'urinocoltura e un rinvio, successivamente, del test urodinamico. In assenza di sintomi ma in presenza di piuria, si continuerà a fare l’esame ma facendo molta attenzione: se si avverte una scarsa compliance della vescica così come un'elevata pressione sanguigna, bisogna fermarsi e non riempire troppo la vescica durante la procedura.
Potrebbe essere utile effettuare una profilassi antibiotica il primo giorno in cui un paziente si approccia al cateterismo intermittente?
Nikesh Thiruchelvam: Nella nostra pratica non lo facciamo. Non penso ci sia un aumento del rischio di contrarre infezioni al tratto urinario in questa fase iniziale. È fondamentale il ruolo degli operatori sanitari e inoltre con i cateteri attuali e ben lubrificati il rischio di trauma viene minimizzato.
Michael Kennelly: Nella nostra pratica dipende molto dal paziente. Non credo ci siano evidenze su questo ma quello che facciamo è che se il paziente è davvero molto preoccupato di contrarre infezioni al tratto urinario, valutiamo di prescrivere un dosaggio basso di antibiotico per accompagnare il percorso di accettazione del paziente al cateterismo intermittente.