Il ruolo della cute nella cura delle lesioni

La struttura della cute gioca un ruolo cruciale nella cura delle lesioni. Nel valutare e gestire efficacemente le lesioni è quindi importante capire il funzionamento di tale struttura.8  

In questa sezione impareremo:

Come funziona la cute?

Lafunzione più importante della cute è quella di proteggere il nostro corpo.

La cute, ad esempio, ci protegge da traumi, tossine, raggi ultravioletti e microrganismi. Impedisce inoltre al nostro corpo di disidratarsi e lo aiuta a mantenere la giusta temperatura.8,18  

Nella prossima sezione esamineremo i tre diversi strati della cute spiegandone il ruolo e l'importanza.  

I tre strati cutanei

La cute ha tre strati: 

 

L'epidermide  

Che cos'è ?  

L'epidermide è la parte visibile della cute, ovvero il suo strato più esterno. E' relativamente sottile, con uno spessore che va da 0,05 mm sulle palpebre a 1,5 mm sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.8 

L'epidermide

Questo strato cutaneo è composto a sua volta da quattro strati. Lo strato più esterno si dice corneo e si rinnova circa ogni 15 giorni negli individui con cute sana. 

A cosa serve ?  

L'epidermide presenta tre tipi di cellule, ognuna con una funzione specifica: 

  • Cheratinociti 
    La maggior parte delle cellule dell'epidermide (95%) sono cheratinociti. Esse trattengono l'umidità, aiutando la cute ad agire come una barriera.33  
  • Melanociti 
    Queste cellule danno alla cute il suo colore, o pigmento, e la proteggono dai raggi ultravioletti (UV).33 
  • Cellule di Langerhans
    Queste cellule fanno parte del sistema immunitario. Proteggono il corpo da potenziali allergeni, batteri e sostanze tossiche innescando una risposta immunitaria.10,33  

I tre tipi di cellule dell'epidermide

Ciascuna di queste cellule svolge un ruolo nelle tre funzioni vitali dell'epidermide: 

  • agire come una barriera;
  • controllare la perdita d'acqua
  • proteggere il nostro corpo dai raggi UV, dai batteri e dagli allergeni.18 

Perché è importante ?  

L'epidermide è una struttura altamente specializzata capace di adattarsi al mondo che ci circonda. Fornisce una barriera fisica e chimica che protegge il corpo: 

  • evitando l'ingresso di sostanze estranee nel corpo;
  • attivando il sistema immunitario del corpo quando gli agenti patogeni riescono a rompere la barriera.18,26  

  

Il derma  

Che cos'è ?  

Il derma è lo strato intermedio della cute. È circa 15-40 volte più spesso dell'epidermide e contiene terminazioni nervose, vasi sanguigni e appendici cutanee come follicoli piliferi, ghiandole sebacee e sudoripare.4,33 

A cosa serve ?  

Il derma è responsabile di molte funzioni importanti della cute. Ci permette, ad esempio, di provare sensazioni come il dolore e percepire le diverse temperature.

Il derma contiene anche le ghiandole che secernono il sebo, il quale aiuta la cute a mantenere il giusto livello di umidità e si combina con il sudore per creare un ambiente acido sulla nostra cute, noto come "mantello acido”.33  

 

Perché è importante ?  

Il derma gioca un ruolo importante nel mantenere il livello di umidità della cute e l'equilibrio del pH, aiutando così a prevenire le infezioni. Nelle lesioni a tutto spessore come quelle da pressione, che penetrano tutti e tre gli strati della pellesavviene una perdita tessutale del derma. Tali lesioni impiegano dunque molto tempo a guarire a causa del processo estremamente complesso di riparazione dei tessuti.19,25 Una volta guarite, le strutture all'interno del derma, come le ghiandole sudoripare e i follicoli piliferi, vengono perse in modo permanente.25  

Lo sapevi?

Quando una lesione guarisce, il derma non ha più la stessa struttura e funzione che ha nella cute non danneggiata. Questo perché il derma viene sostituito da tessuto cicatriziale, come si può vedere in questa immagine.25 

Il tessuto sottocutaneo 

Che cos'è ?   

Il tessuto sottocutaneo, noto anche come sottocute, è lo strato inferiore della cute. Questo strato contiene tessuto connettivo e grasso, nonché i principali vasi sanguigni e i nervi.33 Lo spessore del sottocute dipende da diversi fattori, tra cui la sua posizione nel corpo e l'età della persona.  

A cosa serve ?  

Il sottocute isola il nostro corpo e protegge gli organi interni dalla pressione esterna agendo come un cuscino. Partecipa inoltre nell'aiutare il corpo a trattenere l'umidità.33  

 

Perché è importante ?  

Il tessuto sottocutaneo è fondamentale proprio per il suo ruolo di isolamento e imbottitura del corpo: protegge le nostre ossa, i muscoli e gli organi interni dai danni fisici.

 

Se vuoi saperne di più su come è strutturata la cute, guarda questo video [inserire link attivo] 

Lo sapevi?

E' spesso possibile vedere il sottocute alla base di ferite profonde come lesioni da pressione o ferite traumatiche.5 

Quattro fattori che agiscono sull'integrità della cute

Comegià visto, la cute agisce come una barriera protettiva per il corpo ed è una struttura dinamica che può adattarsi alle condizioni ambientali. Tuttavia, se subisce alterazioni, la sua barriera può indebolirsi ed esporre il corpo ad infezioni. 

In questa sezione vedremo i quattro fattori più importanti che possono influenzare la barriera cutanea.    

 

Fattore #1: Danni all'epidermide  

L'epidermide svolge un ruolo importante nel respingere le sostanze nocive. Tuttavia, se la cute si disidrata, le cellule dell'epidermide si restringono. Questo fa sì che l'epidermide si rompa, lacerando così la barriera cutanea e permettendo alle sostanze nocive di penetrare nel corpo attraverso le crepe createsi. La cute può dunque perdere la sua capacità di trattenere l'umidità e la barriera epidermica può venire danneggiata.18(Vedi immagine 5)

Questa immagine mostra la differenza tra un'epidermide sana (a sinistra) e un'epidermide danneggiata (a destra). Se le cellule epidermiche si rompono, le sostanze nocive possono penetrare nel corpo. 

Fattore #2: Età  

L'invecchiamento colpisce tutti e tre gli strati della cute nei seguenti modi: 

  • La funzione di barriera dell'epidermide si indebolisce, rendendo la cute più vulnerabile.18 
  • Quando invecchiamo, la quantità di fibre di collagene ed elastina nella nostra cute si riduce. Questo rende il derma più sottile, diminuendo di conseguenza l'elasticità della pelle e aumentando il rischio di lacerazioni cutanee.2,18   
  • Anche il sottocute si assottiglia con l'età e ci espone così maggiormente alle lesioni traumatiche. Le nostre cellule non si riproducono più in maniera rapida e anche il tasso di secrezione di sebo diminuisce. Tutto questo porta ad una guarigione ritardata e ad un aumento del rischio di infezione.18,27 

Fattore #3: i livelli di pH 

Come abbiamo visto nella sezione precedente, il mantello acido della cute aiuta a mantenere il giusto equilibrio di pH sulla pelle. Questo, a sua volta, mantiene bassi i livelli di batteri.18,33 Il pH acido, l'umidità e i processi naturali di pulizia aiutano a mantenere la funzione e l'integrità della barriera della cute.18 Se questa perde la sua acidità, si rende dunque più vulnerabile a danni e infezioni.18 

 

Fattore #4: Umidità

Mantenere il giusto livello di umidità nella cute è una parte importante per preservarne l'integrità. Se la cute è troppo umida o troppo secca, l'epidermide può danneggiarsi. Per esempio, la pelle secca spesso prude e può dunque indurre un soggetto a grattarsi, danneggiando così la barriera protettiva. La cute secca influisce inoltre negativamente sull'equilibrio del pH (vedi sopra il fattore #3). La combinazione di questi fattori aumenta il rischio di infezioni cutanee. 29   

All'estremo opposto invece, esporre la cute a troppa umidità per un lungo periodo di tempo può causare un "danno cutaneo associato all'umidità" (MASD). La MASD diminuisce la capacità della cute di proteggere il corpo.

Questo è uno dei motivi per cui è importante gestire il livello di umidità in una ferita. Per saperne di più su come farlo, visita la sezione sulla gestione dell'essudato 

Riferimenti
  1. Adderley, U. J. (2010) Managing wound exudate and promoting healing. British Journal of Community Nurses, 15(3), 15-20. 
  2. Baranoski, S., Ayello, E., Tomic-Canic, M. (2008). Chapter 4: Skin: An essential organ. In Baranoski, S.(Editor) and Ayello, E. (Editor). Wound Care Essentials. Practice Principles (pp. 47-63). 2nd ed. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins. 
  3. Babb-Tarbox, M., Bergfeld, W. F. (2008). Chapter 11: Alopecia and Thyroid Disease. In Heymann, W. R. (editor). Thyroid Disorders with Cutaneous Manifestations (pp. 499-528). London: Springer. 
  4. Baroni, A., Buommino, E.,  De Gregorio, V., Ruocco, E., Ruocco, V., Wolf, R. (2012). Structure and function of the epidermis related to barrier properties. Clinics in Dermatology, 30; 257-262. 
  5. Beeckman, D., Schoonhoven, L., Fletcher, J., Furtado, K., Gunningberg, L., Heyman, H., Lindholm, C., Paquay, L., Verdú, J. and Defloor, T. (2007). EPUAP classification system for pressure ulcers: European reliability study. Journal of Advanced Nursing, 60(6); 682-691. 
  6. Black, J. M., Gray, M., Bliss, D. Z., Kennedy-Evans, K. L., Logan, S., Baharestani, M. M., Colwel, J. C., Goldberg, M. and Ratliff, C. R. (2011). MASD Part 2: Incontinence-Associated Dermatitis and Intertriginous Dermatitis. Journal of Wound Ostomy & Continence Nursing, 38(4); 359-370. 
  7. Brown, A., Flanagan, M. (2013). Chapter 4: Assessing Skin Integrity. In M. Flanagan (Editor), Wound Healing and Skin Integrity. Principles and Practice (pp. 52-65). West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd.  
  8. Burian, E. A. (2017). Chapter 1: Huden. In B. Ø. Melby (editor), Bermark, S. (Editor). Sår og sårbehandling. En grundbog I sygeplejen (pp12-27). Copenhagen: FADL's Forlag. 
  9. Chamlin, S. L., Tremblay, E. A. (2010). Chapter 1 You and the Skin You’re In. In Living with Skin Conditions (pp 1-13). New York: Facts on File, Inc. 
  10. Ersser, S. J., Getligge, K., Voegeli, D. and Regan, S. (2005). A critical review of the inter-relationship between skin vulnerability and urinary incontinence and related nursing intervention. International Journal of Nursing Studies, 42; 823-835. 
  11. Grove, G. L., Zerweck, C., Pierce, E. (2002). Chapter 23: Noninvasive Instrumental Methods for Assessing Moisturizers. In Leyden, J. J. (editor), Rawlings, A. V. (editor). Skin Moisturization (pp. 499-528). Boca Raton: CRC Press. 
  12. Harding, C. R., Watkinson, A., Rawlings, A. V. (2000). Dry skin, moisturization and corneodesmolysis. International Journal of Cosmetic Science, 22; 21-52. 
  13. Janninger, C. K., Schwartz. R. A., Szepietowski, J. C., Reich, A. (2005). Intertrigo and Common Secondary Skin Infections. American Family Physician, 72 (5); 833-8. 
  14. Johnson, A. W. (2002). Chapter 1: The Skin Moisturizer Marketplace. In Leyden, J. J. (editor), Rawlings, A. V. (editor). Skin Moisturization (pp. 1-30). Boca Raton: CRC Press. 
  15. Joshi R. Immunopathogenesis of psoriasis. Indian J Dermatol Venereol Leprol 2004;70:10-2 
  16. Kennedy, R., Crowle A. (2017). Key Differences in Infant Skin. The Royal Children’s Hospital Melbourne. March 2017. 
  17. Korting, H. C. (1990). Marchionini's Acid Mantle Concept and the Effect on the Skin Resident Flora of Washing with Skin Cleansing Agents of Different pH. In Braun-Falco, O., Flanagan, M. (Editor), Korting, H. C. (Editor). Skin Cleansing with Synthetic Detergents (pp. 87-96). Berlin: Springer-Verlag.  
  18. Langøen, A. and Bianchi, J. (2013). Chapter 2: Maintaining Skin Integrity. In Flanagan, M. (Editor), Wound Healing and Skin Integrity. Principles and Practice (pp. 18-32). West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd.  
  19. Lokmic, Z., Musyoka, J., Hewitson, T. D., Darby, I. A. (2012). In Jeon, K. W. International Review of cell and molecular biology, volume 296 (pp 140 - 173). Oxford: Elsevier Inc. 
  20. Lumbers, M. (2018). Moisture-associated skin damage: cause, risk and management. British Journal of Nursing, 27 (12); 6-14. 
  21. Mahoney, M., Rozenboom, B., Doughty, D. and Smith, H. (2011). Issues Related to Accurate Classification of Buttocks Wounds. Journal of Wound Ostomy & Continence Nursing, 38(6), 635-642. 
  22. Martin, M. (2013). Chapter 3: Physiology of Wound Healing. In Flanagan M. (Editor), Wound Healing and Skin Integrity. Principles and Practice (pp. 33-51). West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd 
  23. Muldoon (2013). Chapter 10: Chronic Ulcers of the Lower Limb. In Flanagan M. (Editor), Wound Healing and Skin Integrity. Principles and Practice (pp. 155-174). West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd 
  24. Norman (2008). Chapter 12: Xerosis and Pruritus in the Elderly – Recognition and Management. In Norman, R. A (Editor), Diagnosis of Aging Skin Diseases (pp 151). London: Springer 
  25. Paul, C. N. (2008). Skin Substitutes in Burn Care. Wounds Research, 20 (4). 
  26. Proksch, E., Brandner, J. M. and Jensen, J-M. (2008). The skin: an indispensable barrier. Experimental Dermatology, 17; 1063-1072. 
  27. Raschke, C. and Elsner, P. (2010). Chapter 5: Skin Aging: A Brief Summary of Characteristic Changes. In M. A. Farage, K. W. Miller and H. I. Maibach (Eds.), Textbook of Aging Skin (pp. 37-43). Berlin: Springer Berlin Heidelberg. 
  28. Rawlings, A. W., Harding, C. R., Watkinson, A. Scott, I. R. (2002). Chapter 6: Dry and Xerotic Skin Conditions. In Leyden, J. J. (editor), Rawlings, A. V. (editor), Skin Moisturization (pp. 119-144). Boca Raton: CRC Press. 
  29. Rosser, M., Couldridge G., Rosser, S. (2012). Body Massage. 3rd ed. Ocon: Bookpoint.  
  30. Saffle, J. R., Banister, M., Cahalane, M., Lee, J. O., Palmieri, T. L. (2013). Chapter 10: Burns. In Lawrence, P. F. Essentials of General Surgery (pp. 188). 5th ed. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins. 
  31. Schmid-Wendtner, M-H., Korting, H. C. (2006). The pH of the Skin Surface and Its Impact on the Barrier Function. Skin Pharmacology and Physiology, 19; 296-302 
  32. Sherwood, L. (2012). Chapter 11: The Blood and Body Defenses. In Sherwood, L. Fundamentals of Human Physiology (pp. 383). 4th ed. Belmont: Brooks/Cole. 
  33. Shimizu, H. (2017). Chapter 1: Structure and function of the skin. In Shimizu, H. Shimizu’s Dermatology (pp 1- 42). 2nd ed. West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd. 
  34. Shimizu, H. (2017). Chapter 15: Disorders of keratinization. In Shimizu, H. Shimizu’s Dermatology (pp 1- 42). 2nd ed. West Sussex: John Wiley & Sons, Ltd. 
  35. Sibbald, R. G., Kelley, J., Kennedy-Evans, K. L., Labrecque, C., Waters, N. (2013). A Practical approach to the Prevention and Management of Intertrigo, or Moisture-associated Skin Damage, due to Perspiration: Expert Consensus on Best Practice. Wound Care Canada, 11 (2); 1-21. 
  36. Voegeli, D. (2012). Moisture-associated skin damage: aetiology, prevention and treatment. British Journal of Nursing, 21(9), 517-521. 
  37. White, R. J. and Cutting, K. F. (2003). Interventions to avoid maceration of the skin and wound bed. British Journal of Nursing, 12(20), 1186-1201.